31.12.16

Resoconti ViS 2016: parte #3 | Le Top 10 ufficiali (i massimi preferiti)

Ed eccoci giunti all'appuntamento conclusivo, anche per questo 2016, volato via in maniera pazzesca tra le altre cose. Quindi, vale "decapitare il toro" subito, manca poco alla scarica di botti e mi preme innanzitutto porgere il più sentito augurio a tutti in vista di un Capodanno dei migliori.
Fatto ciò, non resta che invitarvi alla consultazione complessiva (tra lunghi e cortometraggi) dei 20 personali favoriti: una scelta di titoli che magari a qualcuno potrà anche sembrare paradossale, specie inerente alla sezione più importante, quella dei lungometraggi (la seconda posizione probabilmente meraviglierà). Ma in fin dei conti di inclinazioni personali si tratta, senza condizionamenti di sorta.
 
E questi sono i film che tra mille sensazioni e svariati motivi, il sottoscritto ha sentito maggiormente affini ai suoi gusti, per quanto eccentrici, e congeneri al suo modo di fruire il cinema. Tanto da decretarne accuratamente l'elezione a migliori tra quelli visti, come di prassi, per la prima volta durante l'anno. Riguardo i criteri di compilazione e scelte indirizzo ai primi due post di questi resoconti (qui e qui), e come sempre, occhio ai link in rosso (dove disponibili) per gli approfondimenti.
Buona fine. Buon inizio... e Buoni conseguimenti a tutti, per un 2017 migliore!

TOP 10 CORTOMETRAGGI

10
Dall'inesauribile filmografia di Stan Brakhage
 
The Cat of the Worms Green Realm 
(USA, 1997) - video
Meno astratto di Stellar ma non meno spirituale. Più orientato alla quotidianità della vita, sta solamente a noi penetrare l'ambiente e la natura, lasciandone lì una parte di noi stessi.
 
Stellar 
(USA, 1993) - video
 Un viaggio stellare pittorico, tra i più affascinanti. Lo spazio cosmico attraversato da uno sguardo sfregiato da colori, pronti a svanire nel buio perpetuo.


9
Jorge

Salvatore Arato 
(Italia, 2016) - recensione
 
L'opera prima di un amico, dall'animo estremamente poetico.
"la necessità di trasferire in immagini la poesia: immagini fluenti cariche di simbologie legate al destino dell'uomo, dalle quali affiora cristallina tutta la profonda sensibilità dell'autore."


8
Macula

Carole Arcega 
(Francia, 2004) - recensione
 
La fusione tra corpo e pellicola. "...inversioni positivo e negativo, abisso e luce. Fendenti di luce che attraversano il corpo, effigiandolo."


7
Our Lady of Hormones

Bertrand Mandico 
(Francia, 2014)

Dalla visionaria mente del surrealista Mandico, un'opera fuori da qualsiasi schema: una strana creatura ritrovata nei boschi diviene il pericoloso oggetto del desiderio per una stranulata coppia di attrici. Psichedelico, allucinato e sorprendentemente weird.


6
Quiet Zone

David Bryant, Karl Lemieux 
(Canada, 2015)

Un viaggio nel mondo di coloro affetti da ipersensibilità elettromagnetica, attraverso un complesso uso di sonorità e immagini processate chimicamente atte a distorcere la realtà, rappresentandone il disagio vissuto.


5
La gallina

Manel Raga 
(Spagna, 2013)

Oggetto dai potenti contenuti simbolici, fregiato di un bianco e nero magistrale.
Un interno di famiglia rurale; una quotidianità assillante scandita da "rituali" che non possono che condurre alla dissoluzione, mentre l'infanzia è privata troppo rapidamente del suo tempo.


4
Dreamwood

James Broughton 
(USA, 1972)

La ricerca onirica di un viaggiatore, intrappolato negli anfratti forestali di una misteriosa isola ai confini dell'inconscio. Tra surrealismo, esoterismo e sferzate sexploitation, è probabilmente l'opera più visionaria e delirante di Broughton. Ossessive anche le musiche di Morton Subotnick.

 
3
Essai de reconstitution des 46 jours qui précédèrent la mort de Françoise Guiniou

Christian Boltanski 
(Francia, 1971) - video
 
Nell'ultimo anno, le opere di Boltanski sono valse senza dubbio tra le scoperte più gratificanti. Qui, l'artista segue un simultaneo percorso di ricostruzione e finzione per evocare la drammatica storia di una giovane madre che, minacciata d'esproprio, decide di rinchiudersi nel suo appartamento assieme ai due piccoli figli, fino alla morte. Ancora una volta la tragedia si consuma tra mura domestiche asfissianti. Per tematiche e stesura, simile in modo sconcertante a L'influencia di Pedro Aguilera, quasi un anti-litteram, ma decisamente più cupo e claustrofobico.

  
2
Hands of Purple Distances

Sava Trifković 
(Yugoslavia, 1962) - recensione
 
Rara incursione nel cinema per un autore che non si è più ripetuto, peccato!
"L'impatto all'ancestrale visione di Hands Purple of Distances è di quelli che possiamo definire da incubo, la risoluta proiezione in un universo onirico limaccioso: al suo interno solamente una donna, e un carro trainato dai cavalli"... Elogio alla follia!


1
L'homme qui tousse

Christian Boltanski 
(Francia, 1969) - video
 
Un uomo seduto nell'angolo di una stanza dall'aspetto fatiscente, illuminato da una sola luce proveniente da una finestra. Gli abiti sdruciti, il volto ricoperto, come una maschera grottesca... Colpi di tosse. Persistenti colpi di tosse che invadono l'ambiente generando un riverbero ansiogeno... Poi la camera si avvicina ulteriormente al soggetto...
Getti di sangue si riversano sul suo corpo...
Viscerale, malsano, claustrofobico. Deteriorato nell'interno e nell'immagine, grezza, ma proprio per questo, dannatamente affascinante. Capolavoro di Boltanski !


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 TOP 10 LUNGOMETRAGGI

10
Lacrau

João Vladimiro 
(Portogallo, 2013) - recensione
 
"Una sorta di cimelio pittoresco, inconsueto e radicale. Strutturato come una galleria fotografica e suddiviso in passi citazionisti, il film di Vladimiro procede come un silenzioso viaggio regressivo atto a ricreare un ambiente ancestrale che possa restituire un'originaria primordialità."


9
Frágil como o Mundo

Rita Azevedo Gomes 
(Portogallo, 2002)

Un amore irrealizzabile che non riesce a trovare un proprio spazio, un proprio tempo, una propria identità in questa fragile vita, se non attraverso la fuga, l'isolamento, e la promessa. Poetico, onirico, ammaliante come pochi. Illuminato di riflessi tarkovskijani, inestinguibili.


8
Minotauro

Nicolás Pereda 
(Messico, 2015) - recensione
 
L'opera più minimalista di Pereda.
"Il ritratto di una generazione perduta, di un'umanità narcolettica colpita da una sorta d'incantesimo ipnotico. Confinata negli essenziali spazi di un appartamento claustrofobico che diviene covile della loro esistenza, decretandone ineluttabilmente la morte della volontà, dei desideri, di qualsiasi intenzione relazionale con la vita e il mondo esterno."


7
She Male Snails (Pojktanten)

Ester Martin Bergsmark 
(Svezia, 2012)

Documentario atipico, in quanto ne oltrepassa l'abituale concezione mescolando biografia e adattamento letterario. Ispirato da immaginarie conversazioni tra l'autore e l’artista transgender Eli Leven, come nel successivo Something Must Break, ciò che interessa realmente a Bergmask è tracciare una ricerca interiore sul cambiamento e l'identità sessuale. Una sorta di cinema dolaniano, solamente più artistico e intimo. Intenso e poetico, soprattutto nella minuziosa cura dei dettagli e nella ricerca di un'estetica da brividi.


6
My Blind Heart (Mein blindes Herz)

Peter Brunner 
(Austria, 2014)

Kurt vive quasi nella completa oscurità, causa la rara sindrome di Marfan che lo ha colpito. Dopo l'omicidio della madre inizia per lui un viaggio in fuga dalla solitudine...
Drammone criptico dalle tinte crepuscolari e dall'estetica elaborata, metafisico, angosciante. L'elevazione conclusiva è un momento di rara potenza!


5
Meurtrière

Philippe Grandrieux 
(Francia, 2015) - recensione

"Corpi, oltre i limiti dell'invisibile e del negato, celebrati attraverso la loro trasfigurazione."
Il "Giudizio Universale" di Philippe Grandrieux!


4
Las Letras (The Letters)

Pablo Chavarría Gutiérrez 
(Messico, 2015)

Cinema da sentire, soprattutto, che si muove sui flessuosi binari della percezione. L'astrazione di fondo ne fa, anche in questo caso, un docu-film atipico. Attraverso l'esplorazione sensoriale Gutiérrez ci conduce negli altopiani del Chiapas, in un tempo che richiama eventi passati, dei quali oggi qualcuno paga le colpe. Le percussioni di un batterista riecheggiano nella foresta e con essa, tra gli alberi, l'ipnotico e sinuoso andamento del corpo-cinema, ci culla.


3
Garoto

Júlio Bressane 
(Brasile, 2015)

Anche Bressane, allo stesso modo di Pereda, probablmente realizza qui la sua opera più minimalista. Scarno ed essenziale dal punto di vista formale, Garoto ci mostra una giovane coppia senza nomi, catapultata in una sorta di paradisiaco Eden. Un immaginario surrealista che diviene per Bressane l'escamotage al fine d'intessere le solite ampie riflessioni sull'esistenza e rivelazioni su mali celati, attraverso il disquisire (a volte assurdo) dei due giovani  Ma la scena della fellatio in soggetiva, però, è già d'antologia!


2
Another Trip to the Moon (Menuju rembulan)

Ismail Basbeth 
(Indonesia, 2015)

L'hanno demolito quasi tutti, penso d'essere uno dei pochissimi invece ad averlo amato alla follia. Sarà perchè ha riportato alla memoria alcuni vecchi film indonesiani quali Queen of Black Magic (Lilik Sudjio, 1979) e Leak (H. Tjut Djalil, 1981), dove praticamente non c'era limite alla fantasia, anche se ciò comportava addentrarsi nei sentieri del weird. Trattasi di un racconto tipicamente locale, basato su una leggenda indonesiana. Una fiaba che vede la storia di Asa, rifugiatasi nel bosco con un'amica per fuggire alle pressioni della madre veggente... Senza dubbio eccentrico e bislacco, ma Basbeth dimostra originalità, e un'eleganza non indifferente nel dirigere un'opera che oltretutto riesce a coniugare in modo eccellente cinema contemplativo e surrealismo.


1
The Unity of All Things

Alexander Carver, Daniel Schmidt 
(USA, Svizzera, Cina, 2013)

E per il secondo anno consecutivo il podio va a un film, guarda caso, fondamentalmente di produzione americana. Ma già solo per la scelta del titolo meriterebbe un posto d'onore. Girato in una squisita mescolanza di formati pellicola, "l'unità di tutte le cose" finisce per  generare il chaos immediato nello spettatore (ma cosa di meglio se non farsi travolgere dalle onde dell'inafferrabile?) mettendo in atto gli impulsi utopici del cinema fantascientifico, capovolti però da una prospettiva diversa, dove la nostra realtà, appare come un mondo diverso. Ne esce un sci-fi metafisico ed estremamente ipnotico; un'esperienza audiovisiva granulosa e singolare in oscillazione tra futurismo e classicismo. Un'allucinazione estatica dove i corpi, il mare, le luci al neon e le strutture scientifiche si compenetrano per generare un ritratto cosmico del desiderio. Menzione speciale per le musiche composte da Aaron David Ross e Matthew Arkell: ossessive ed avvolgenti come poche.

10 commenti:

  1. Sempre bello leggere le tue classifiche soprattutto quando così frankvisiane ahahah...tra i corti ho visto solo Stellar ma gli ridarò un'occhiata quando mi concentrerò su Brakhage, gli altri non li conosco tranne i Boltanski che rimando da parecchio. Dalle tue brevi descrizioni ho intuito che 'La Gallina' e 'Macula' potrebbero entusiasmarmi. Secondo te quali potrebbero piacermi particolarmente?
    Veniamo ai lungometraggi...qui ho visto Minotaur, Pojktanten, Mein blindes Herz, Las Letras e Another Trip to the moon (lo sai, il mio giudizio è più vicino al tuo che a quello di chi l'ha demolito anche se devo ammettere che col tempo si è un po' affievolito l' entusiasmo post-visione...infatti nella mia top 25 non rientrerà per un pelo e un po' dispiace dato che si tratta di un'opera che dal lato visivo non ha nulla da invidiare a nessun'altra delle mie visioni del 2016). Tra quelli che non ho visto nutro interesse per Garoto (almeno per ciò che mette in scena dato che non conosco il cinema di Bressane), interesse che si fa più vivo però per il film di Rita Azevedo Gomes e per The Unity of All Things, più che per il primo posto per ciò che scrivi e per il trailer, il quale mi ha parecchio intrigato ;)
    Buon anno Frank!

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    1. Mi piace "frankvisiano"... significa che inizia a emergere uno stile riconoscibile, fa piacere ;)
      Macula e La gallina sono due film totalmente opposti: con il primo si rientra proprio nell'avant-garde più sperimentale, cose da videoinstallazione, l'altro è a suo modo un classico se messo in confronto, c'è una storia, degli attori, ecc.
      Quindi hai deciso per una top 25?... Quando la fai linka su FB!
      Buon Anno anche a te, Pietro!

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    2. ;)

      Si avevo intuito fossero differenti ma apprezzo sia l'uno che l'altro genere.

      Si domani sicuro la finisco di sistemare (top 25 ma non è escluso possa diventare top 30) dopodiché la linko su fb, se vuoi ti taggo anche...

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    3. Infatti potresti apprezzarli entrambi allo stesso livello, ognuno per le sue caratteristiche.

      Tagga, tagga pure :)

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  2. Ne ho visti zero.

    Lo so, invece di migliorare peggioro sempre di più... :)

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    1. Ahia ahia, prepararsi meglio per il prossimo capodanno ;)

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  3. Zero su zero, lo sapevo... ho esultato troppo per le posizioni di rincalzo! :D

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    1. In conclusione sei rimasto stabile sulla media dell'anno scorso, dai, ti rifarai :D

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  4. https://www.youtube.com/watch?v=EUPQUP4QjxI Quiet zone

    https://www.youtube.com/watch?v=DaU_4Ol7x5s Dreamwood

    https://www.youtube.com/watch?v=ToSAOQhm32w Hands....

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    1. Sapevo del link a "Hands of Purple Distances" ed ero convinto di averlo inserito nella recensione, invece no. Con gli altri due hai fatto un gran colpo! È proprio vero, le ricerche per certi film sui più comuni canali web andrebbero effettuate ogni settimana... Grazie del contributo :)

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