16.1.15

Meat and Milk (De chair et de lait)

Bernard Bloch
Francia, 2013
104 minuti

La si potrebbe definire una settimana a favore degli animali, ma dopo la segnalazione di Choreography mi è sembrato consono proseguire per affinità tematiche. 
Ammazzare la bestia. Sacralizzare la bestia...
Di solito non ci si pensa mai ma è incredibile, come da una popolazione all'altra dell'intero pianeta, l'animale (in questo caso la razza bovina) assuma da sempre differenti e fondamentali significati.
Sappiamo per esempio che in India la vacca è sacra, ma è oltremodo interessante scoprire la molteplicità di usi e credenze che contraddistinguono ogni popolazione, anche senza discostarsi poi di molto, per esempio, inoltrandoci nelle nebbiose montagne francesi di Aubrac, dove ogni mucca conserva ancora un proprio nome. È quindi nel suo carattere cosmopolita, che lo stupendo documentario di Bernard Bloch diventa qualcosa di prezioso, da conservare accuratamente come la carne da macello esposta (anche se con una certa severità, a dire il vero, ma in qualmodo necessaria a una sorta di sensibilizzazione) e che potrebbe anche compiersi, al momento, come definitivo all'interno di una certa categoria di cinema a tematiche animaliste/ambientaliste (vedi Bovines, del connazionale Emmanuel Gras, o il più volte citato Bestaire), proprio nell'espletarsi etnograficamente, (ri)mettendo in discussione quell'eterno rapporto che lega l'uomo e il bestiame; fonte indispensabile per il sostentamento fisico, certo, ma anche di nutrimento spirituale, dipende solamente da quale angolo del globo noi ci posizioniamo, e con quale disponibilità di pensiero siamo pronti ad osservare. E come svelato in apertura al film, è un legame evocato dall'origine dei tempi (I evoke a forest of moving horns, I evoke the musical breath of cows), che sembra emergere dal buio come quel primo, suggestivo esemplare bovino (quasi un'apparizione aliena, allo stesso modo di quelle carcasse al macello, disposte in file simmetriche come gli inquietanti affreschi di H.R. Giger) catturato dalla mdp, e che incide la propria testimonianza storica nelle magnifiche raffigurazioni rupestri che ci scorrono dinnanzi.


Ed è proprio seguendo una struttura che si (s)compone artisticamente in sedici tableux vivants immortalanti l'animale nei più ravvicinati dettagli, che Meat and Milk (43° IFFR) ci guida in un affascinante viaggio esplorativo/temporale attraverso il mondo e le sue distanze culturali; dalla riscoperta delle varie etnie e delle loro tradizioni, che per quanto possano apparire al nostro sguardo europeo, istintivamente inaccettabili (se non crudeli, come la faticosa traversata delle mandrie di buoi a Mali, nelle acque del fiume Niger, per ritrovarsi poi invischiati nel fango; praticamente un calvario) ci invitano a soffermarci per un istante, e riflettere sull'importanza che essi hanno, comunque sia, nell'ambito di determinate culture. Alle più moderne e sofisticate tecnologie di produzione, come i vari stadi della mungitura robotizzata mostratici in uno stabilimento delle Alpi Svizzere, fino alla discutibile sperimentazione scientifica per migliorare (se così si può definire) la prolificità della razza bovina. Tra le incursioni da un luogo all'altro, e rapide interviste che probabilmente rappresentano l'unico punto debole del documentario (sminuendolo, a personale avviso, della sua ammaliante forza visiva, nonchè artistica) Bloch trova anche lo spazio adeguato per affrontare il più opinabile fenomeno della deforestazione amazzonica, allo scopo di ampliare quelle zone riservate alla riproduzione di codesti animali. L'importante alla fine, è comunque constatare come la legge della natura predomini, nonostante tutto, sul progresso industrializzato. La vita infatti, come il tempo, continua spontaneamente il suo corso, e chiosare questo meraviglioso viaggio conoscitivo fissandosi sul commovente sguardo di quel vitellino appena venuto al mondo, oltre che una consolazione, credo dimostri un mirabile atto di riconoscenza nei confronti di chi, in silenzio o con un linguaggio comunicativo differente dal nostro, condivide da millenni con noi, l'esistenza terrena.

2 commenti:

  1. je ne trouve pas un link pour le voir, vous pouvez me aider, je serais intéressé

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    1. Le film ne est pas encore disponible, on m'a donné la projection privée par la société de production pour la critique. Je suis désolé!

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